Giordano Bruno
"Verrà un giorno che l'uomo si sveglierà dall'oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo... l'uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo".
Giordano Bruno
 
Giordano Bruno - Vita d'un uomo
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GIORDANO BRUNO. I DIALOGHI

Pensatore di grande forza e originalità, Giordano Bruno pubblicò a Londra tra il 1584 e il 1585 un corpus di sei dialoghi, di cui tre di argomento cosmologico (La cena delle Ceneri, De la causa principio e uno, De l’infinito universo e mondi) e tre di argomento morale (Spaccio della bestia trionfante, Cabala del cavallo pegaseo, Degli eroici furori). La scelta del volgare invece del latino per opere di questo tipo, per giunta pubblicate fuori d’Italia, corrisponde alla necessità per l’autore di impiegare una lingua naturale, che riducesse al minimo la distanza fra le parole e le cose, in polemica con le posizioni retoriche della cultura tardorinascimentale. Temi dei dialoghi cosmologici sono l’infinità del cosmo e la pluralità dei mondi; nei dialoghi morali l’autore professa una concezione immanentistica della divinità, riconoscendo al cristianesimo un carattere grottesco e negativo.


Dialoghi cosmologici VS morali
NB: Verranno solo analizzati i dialoghi cosmologici, seguendo il programma del libro
 

CENA DELLE CENERI

La cena de le Ceneri, è il primo dei dialoghi cosmologici di Giordano Bruno, composto nel 1584. Bruno combatte la tesi di Osilander secondo cui il modello eliocentrico di Copernico era privo di valore fisico. Bruno afferma che la verità fisica e cosmologica vada affrontata su un piano strettamente filosofico. Difende Copernico, ma precisa che l'universo essendo infinito non ha un centro. Quindi nega l'idea che al centro dell'universo possa esserci il sole e la terra. Non si può negare l'infinità dell'universo altrimenti si negherebbe l'infinità di Dio



DE LA CAUSA ET PRINCIPIO ET UNO

Bruno vuole spiegare "Dio" attraverso la filosofia perchè con la ragione non era più possibile. Bruno intende Dio come "natura di natura"
Il duoalismo FORMA + MATERIA unendosi crea una Sostanza Unica cioè Matera diventata natura della natura.
Perciò tutte le cose esistenti (inclusi gli uomini) non sono sostanza ma accidenti dell'unica sostanza che è Dio


SPACCIO DELLA BESTIA TRIONFANTE.

Bruno esalta l'uomo rispetto agli altri enti che popolano l'universo perchè possiede l'intelligenza e la mano.
In medesimo dialogo ,
Bruno esalta : l'operosità intellettuale e manuali come maggiori virtù umane.
Bruno condanna: Ozio e rassegnazione (uomo simile alla bestia)
Nel disegno provvidenziale la giustizia premia o punisce a seconda di come l'uomo ha vissuto.


Il dipinto del pittore (Dosso Dossi)
1486-1542
La maga circe
La maga Circe, circondata dai compagni Ulisse, da lei trasformati in animali. Bruno insiste molto su questa vicenda, proponendola quale metafora del destino riservato alla giustizia agli "oziosi": essere trasformati in bestie, essere privi della mano e dell'intelletto.
 

GLI EROICI FURORI

Bruno analizza la conquista della verità ed è un compito riservato ai migliori.
Bruno distingue 2 atteggiamenti nei confronti della realtà.
SAPIENTE VS FURORE
Il sapiente e colui che non si fa coinvolgere dalle passioni e riesce ad alternare i momenti di felicità ai momenti bui.
Il furore e colui che ha vizi e non la virtù.
Si lascia coinvolgere dalle passioni.